Una stagione in chiaro scuro quella di Peugeot Italia, gli obbiettivi come al solito erano ambiziosi ma di titoli è arrivato solo lo Junior con Testa, i quattro successi scratch su 8 gare sono comunque un gran bel bottino, ma ad oggi qualche ombra sul futuro c’è a cominciare da qualche rumors che parla di anno sabbatico.
Concluso il due valli i riflettori si sono spenti, ed anche se tutto tace i protagonisti cominciano a stilare i bilanci definitivi e di conseguenza anche a gettare le basi per il futuro. In casa Peugeot in particolare dopo anni non di successi ma di razzie vere e proprie è evidente che il morale non può essere alle stelle. Ma nel quadro complessivo del CIR viene da sorridere a chi pensa con rassegnazione ad un anno sabbatico, avere fallito il titolo per soli due punti e con quattro successi non è tutt’altro che catastrofico. Certamente la vettura comincia a sentire il peso di una casa che oramai ha gettato la spugna in attesa di una nuova R5 per il 2018, ma quella targata Peugeot Italia anche se non è più sul piedistallo si difende bene e meglio sicuramente una spanna sopra le consorelle sparse per l’Europa. Inoltre in quei due punti mancano anche l’apporto a cui in passato aveva contribuito Pirelli, quest’anno le condizioni non hanno ricreato certe condizioni di evidente superiorità che a volte si erano verificate in passato. Anche se è comprensibile la delusione, ed altrettanto evidente che da parte della casa madre non si andrà a colmare il gap tecnico che si è creato, con Ucci sempre al volante non partirebbero certo battuti, anzi se la concorrenza continuerà ad essere così numerosa resterebbero nel lotto dei favoritissimi. Il ventilato anno sabbatico invece di incognite ne cela ben di più, a cominciare da un R5 che se non arriverà nei primi mesi del 2018 potrebbe trascinare le ambizioni di successo al 2019. Ma sopratutto potrebbe vedere Andreucci levare le tende e con lui anche il gommista Milanese protagonista nello sviluppo ed in molti successi.