La gara internazionale flagellata dal maltempo abortisce il doppio passaggio sulla Barcis Piancavallo, prima salta il ponte radio e poi la visibilità nel passaggio by night, ed il percorso perde in un colpo solo 36,9 chilometri cronometrati. Una sforbiciata di oltre il 30% che riduce la gara a meno di settanta chilometri.
La storia troppo spesso si ripete, ed a volte lo fa in maniera beffarda, così a meno di un anno da quel Targa Florio che fece gridare allo scandalo, con un temporale che portò la direzione gara a cancellare le ultime due speciali, amputando alla classica siciliana ben 23,85 chilometri è toccato al Piancavallo. Gara che fa parte di una serie che ha sempre puntato tutto sull’immagine dei suoi percorsi corposi e consistenti, in linea con quelli della massima serie tricolore (CIR), una delle poche a puntare ancora sulle speciali lunghe. Speciali che però in caso di annullamento pesano come macigni sull’economia di una gara. Ed al Piancavallo proprio sulla Barcis hanno pagato un prezzo salatissimo, ed in tutta onestà che ci fossero o meno i presupposti di sicurezza poco interessa perché oramai nel suo nome si tende a giustificare ogni cosa, svalutando il significato stesso della parola sicurezza. La lezione del Targa 2020 è caduta nel vuoto e probabilmente cadrà nel vuoto anche quella del Piancavallo 2021, ma crediamo sia giusto insistere sul tasto della professionalità e dei costi ad essa legata, raggiunta di questo sport. Se una volta le gare si presentavano con dei chilometraggi oggi improponibili, avere dato un’altra bella sforbiciata nel nome del covid deve andare oltre alla necessita di sopravvivenza del momento, ma crediamo sia una opportunità per migliorarsi. Smetterla di pensare solamente a riportare le lancette dell’orologio a febbraio 2020 (per qualcuno), oppure approfittando della situazione cercare di prepararsi a fare soltanto un mezzo passo indietro (per altri). I rally con questi chilometraggi, ma in tutta onestà anche con quelli di prima dovrebbero garantire un piano B per prevenire brutte emorragie chilometriche. Le soluzioni possono essere molteplici da tabelle e permessi con orari più dilatati e flessibili, in grado di non obbligare una direzione gara a cancellare una speciale quando si superano i 20 / 30 minuti di ritardo. Ma anche disporre di prova di scorta potrebbe essere complicato, ma non certo impossibile. La professionalità odierna dei rally esige organizzativamente che venga garantita la certezza dei chilometraggi, ovviamente questo potrebbe avere un costo, ma ne va dell’immagine di uno sport che da una parte viaggia ai ritmi del WRC e dall’altro lo si vive ancora tutto con lo spirito delle gare promosse dagli enti di promozione.