La leggendaria corsa verso il cielo non si è fermata nemmeno contro un nemico come il coronavirus, rimandata a fine agosto, nonostante sia stata privata della grande festa di benvenuto, del pubblico e di una partecipazione internazionale importante, a Colorado spring non hanno gettato la spugna ed in 44 hanno raccolto il guanto della sfida.
Le corse soprattutto quelle leggendarie come la Pikes Peak, con 97 edizioni alle spalle non potevano certo rimandare la numero 98 al 2021, nonostante la montagna di difficoltà incontrate per la pandemia dilagante che sta flagellando gli stati uniti, la macchina organizzativa è riuscita a portare 44 vetture ai blocchi di partenza. A differenza di alcuni organizzatori del WRC che quando gli è mancato l’introito del pubblico hanno optato per passare la mano, a Colorado Springs sapevano che la leggenda ha il suo prezzo e sono andati avanti anche a rischio di non coprire interamente un evento che vive di pubblico, ma anche degli eventi by night che riempiono la città capoluogo della contea di El Paso (in Colorado) per una settimana che è una sorta di festa dei motori. Tra i 44 che hanno raccolto comunque la sfida inevitabilmente l’internazionalità dell’evento ha pagato un prezzo altissimo. Con blocchi alle frontiere, quarantene e regole che mutano in continuazione e possono bloccare tutto per giorni, nessun pilota o casa con sede nel vecchio continente ha osato affrontare una trasferta che sarebbe stata un salto nel buio. Così a correre tra le nuvole c’era un parterre quasi interamente a stelle e strisce con l’aggiunta di due australiani e due giapponesi. Dopo anni di dominio dei proto unlimited, quest’anno dopo le prime prove libere sembra arrivato il tempo delle meno stellari ma affascinanti time-attack con in testa le Porsche GT2 RS.