POLVERE DI CIR

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Il CIR in versione mondiale, dopo le contestazioni dell’inverno passato, come era prevedibile ha mandato in scena un doppio atto oscurato da un mondiale in grado di fagocitare tutto quello che non porta il marchio WRC.

Il CIR nel mondiale che tanto ha fatto discutere l’anno passato, provocando una vera levata di scudi di protagonisti ma soprattutto di molti fans, ha proposto una gara anonima e con tanti troppi problemi regolamentari, sportivi e visibilità. Iniziamo dagli iscritti alla gara CIR appena 5 di cui 4 protagonisti con ambizioni di vittoria. Certamente un numero striminzito ma che ci può stare, almeno se si vuole fare un po’ di vetrina internazionale, certo si parla di budget importanti (che appesantiscono il conto finale) ma se si vuole dare l’assalto alla corona nazionale non può certo essere un Sardegna a cambiare la vita. D’altronde tra gli assenti c’era chi è partito con budget contati per qualche gara, che in realtà si sarebbe fermato comunque, vedi Breen rimasto al palo già in Sicilia. Il vero problema del mondiale è quello della visibilità, per riuscire ad averne un ritorno vero occorre essere iscritti al WRC2 oppure al JWRC, altrimenti si rischia l’anonimato più totale. Ed a questo proposito la FIA ha introdotto una regola che un equipaggio di quella federazione può essere incluso nella gara di casa della sua federazione all’interno del WRC2. Regola che in Portogallo ha portato al via ben 9 R5 del campionato Portoghese, mentre in Cile gli equipaggi ad approfittarne sono stati più di dieci. Da noi invece l’opportunità non è stata interpretata come tale, quando qualcuno ha chiesto dei perché si sono addotte fumose spiegazioni sui tempi di questa iscrizione, ma se dalla parte della commissione rally nostrana era abbastanza evidente la volontà di stare fuori dal WRC2, anche chi avrebbe dovuto fare il diavolo a quattro per esserci non si è certo speso a fare pressioni in tal senso. Così l’amara lezione di qualche anno fa è stata dimenticata e come allora si è ritornati a sbattere le corna negli stessi problemi e soprattutto con gli stessi risultati. Prima del via tutti sapevano cosa sarebbe accaduto, ma paradossalmente nessuno a sollevato critiche, e la cosa è passata nello stesso anonimato mediatico della gara. Se qualche anno fa il CIR era partito in coda con una gara tutta sua, questa volta almeno la gara è stata una sola, peccato che una valanga di distinguo regolamentari ha creato la confusione più totale. Dare un punteggio per gara 1 venerdì e gara 2 sabato e domenica è cosa che si è fatta in tante altre gare, ma tutto il resto ha creato solo confusione aprendo continue falle regolamentari. Per ultimo c’è stata la gestione sportiva della gara, vedasi sui tempi imposti, con il WRC che da priorità assoluta a se stesso ed alle sue serie e si dimentica del resto, così Basso e Campedelli sono rimasti nel limbo dei tempi imposti troppo a lungo senza avere alcuna risposta.      

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