Alle numerose critiche suoi nuovi punteggi del WRC la FIA ha risposto di essere pronta ad una marcia indietro, ma senza giri di parole ha puntato il dito contro la commissione WRC dalla quale ha recepito la proposta, ed all’interno della stessa commissione c’è anche un rappresentante dei piloti, che più di tutti hanno criticato la proposta.
Sul tavolo del consiglio mondiale di ottobre, commissione WRC, WRC Promoter, case e piloti hanno portato un grosso faldone di proposte tra le quali c’era anche una modifica dei punteggi, con l’obbiettivo ravvivare la tappa della domenica. L’intero pacchetto, in particolare quello sulla riduzione dei percorsi e di nuovi format è stato rigettato, perché metteva a rischio la natura stessa dei rally. Ben Sulayem e i suoi hanno così deciso di creare una commissione che rispondesse alla FIA e non al promotore. Quella che a dicembre è stata varata consiglio mondiale con il nome di gruppo di lavoro, con solamente uomini fidati in grado di prendere quelle decisioni tecniche (sul futuro delle Rally1), sempre più urgenti. Gettare alle ortiche l’intero faldone da parte di Reid e Richards poteva sembrare andare ad un muro contro muro, così sono state estrapolate alcune proposte come quelle dei punteggi, giudicate le meno pericolose in un ottica di snaturamento della disciplina. Quello che non si attendevano era l’ondata di critiche che si è sollevata da parte dei piloti, quasi tutti contrari (giudicata da tutti di difficile comprensione). Nel dossier di ottobre molte proposte sono arrivate dalla commissione piloti, e quelle del promotore erano altrettanto conosciute vista la presenza di un rappresentante dei piloti al loro interno. La cosa non sembra essere andata giù a chi l’ha proposta, e così all’incalzare della stampa hanno presentato la norma come passibile di cambiamenti, nel caso si dimostri efficiente o troppo complessa. Una mezza retromarcia, annunciata come possibile ancora prima di vedere la norma applicata, una magra figura, anche se è stato messo un accento chiaro sulla paternità della proposta. Un clima che rischia realmente di portare al muro contro muro, soprattutto visto il delicato argomento che si andrà a discutere a Montecarlo e Svezia sulle eredi delle Rally1, argomento dove tra case e piloti non c’è il minimo segno di intesa su nulla.