Questa settimana si terrà la riunione della commissione rally nazionale per cominciare a discutere del dossier 2023, un primo passo verso una stagione che con l’attuale andamento della situazione economica potrebbe risultare più complicata del previsto.
La gestione del presidente Daniele Settimo ci ha abituati ad un assoluto riserbo sulle proposte da portare in commissione rally per la nuova stagione. Dopo i due anni di pandemia e la rivoluzione che questa ha portato nel mondo dei rally, l’anno passato sono state riviste le principali serie nazionali, molti ritocchi cosmetici come la rivoluzione degli acronimi. I cambiamenti più consistenti si sono concentrati nella massima serie tricolore: con un allargamento del format di gara, e l’uscita di scena della terra dal massimo campionato. Una commissione che dovrà cominciare a fare di conto con il nuovo uragano economico di cui è difficile tracciare i contorni, visto che non sono chiari i confini dell’ondata speculativa legata a doppio filo con la realtà. Una stagione da pensare in funzione di questo nuovo tsunami, che cambia le carte in tavola anche rispetto ad eventuali cambiamenti pensati in precedenza. A differenza della pandemia arrivata come un fulmine a ciel sereno da un mese all’altro, questa volta i nuvoloni neri si intravedono ad un orizzonte sempre più vicina, ma i tempi per imbastire delle risposte ci sono, se vogliamo anche modulabili in base a quale sarà l’onda d’urto, tra inverno e primavera. Uno dei problemi che dovrà essere affrontato è quello della terra. Uscita dalla massima serie per una difficoltà vera o presunta a costruire delle gare adeguate al CIAR; ma il risultato sono state gare troppo concentrate, e con i format ingabbiati il campionato (CIRT) si è appiattito verso il basso. Ma soprattutto le gare sono sempre meno e si fatica a mettere assieme due serie a calendari ridotti come CIRT e Raceday perché mancano le gare sulle strade bianche. L’unica prova su sterrato al momento sganciata dai due campionati è il Brunello nazionale, abbinato alla gara storica che resta la priorità dell’organizzazione.