La richiesta per avere una rally1 senza l’unità ibrida avanzata da Malcolm Wilson nella riunione di Atene (alla partenza dell’Acropoli) tra la FIA, il Promotore e i costruttori, dopo essere stata accantonata con molti dossier al consiglio mondiale di ottobre, è stata fatta rientrare per il rotto della cuffia dal gruppo di lavoro che si è occupato di modificare il regolamento 2024.
Alla fine sir Malcolm è riuscito ad avere il suo regolamento Rally1 Senza (come nel cannottaggio), un successo politico che sembrava oramai tramontato e accantonato, ma a Dovemby Hall da ottobre a dicembre si sono dati un gran da fare per riuscire ad avere la loro norma. A livello regolamentare senza scendere nei dettagli più squisitamente tecnici i primi due punti dell’articolo 12.1.3 sono quelli che meglio sintetizzano queste nuove vetture. La prima specifica è la loro inammissibilità ad essere designate per segnare punti costruttori. La seconda è quella della sostituzione dell’unità ibrida con una manichino, ovvero una sorta di zavorra tecnicamente regolamentata per non modificare peso e bilanciamento della vettura. Essere riusciti politicamente ad ottenere in zona cesarini la loro richiesta è una vittoria, ma da questo momento in avanti per Wilson e Milliner arriva l’impresa più ardua, convincere i loro clienti della bontà di questo progetto e riuscire a vendere oppure a noleggiare le nuove Rally1 Senza. Un’impresa tutt’altro che facile, il cliente sportivo a cui ci si rivolge con una gamma così alta di vetture non ha problemi di soldi, ha però la pretesa di avere il massimo, o meglio vuole correre con la vettura al top. Anche l’idea di essere utilizzate come una palestra per i giovani può reggere sulla carta, ma in pratica la gestione deve proporre un costo non troppo distante da quello di una rally2, altrimenti si rischia di andare fuori mercato. La vettura garantisce una maggiore cavalleria, ma con l’unità ibrida manichino, alla guida resta simile nelle reazioni (con i debiti sbilanciamenti di pesi e masse) ad una WRC Plus, in particolare in fase di frenata, dove sulla ibrida bisogna fare i conti con una frenata che serve anche per la ricarica. Commercialmente la sfida è ardua, per non dire al limite dell’impossibile, probabilmente anche per riuscire a vendere quei pochi esemplari oramai vecchi e già ammortizzati. Tutto dipenderà dalla volontà di provare a costruire questo mercato da parte di M-Sport, se resteranno in attesa delle richieste dei clienti, come nel caso di altre vetture nei periodi transizione, il tutto affonderà ancora prima di nascere. Per riuscire occorreranno investimenti almeno per dimostrare sul campo la bontà del progetto, un cambio di rotta rispetto alle politiche attuali.