Le verifiche fine gara continuano ad essere il cruccio maggiore per la PSA che questa volta è riuscita a inciampare in una doppia infrazione che è costata nuovamente un’ammenda alla casa ma questa volta è scattata anche la tagliola per Rossel che viene squalificato, ed è costretto a cedere lo scettro della vittoria che valeva l’ipoteca sul WRC3.
Il gruppo PSA in Grecia continua la serie delle sue infrazioni tecniche post gara, che però questa volta sono andate oltre alla tradizionale ammenda, la squadra di Rossel è andata a sommare ulteriori pasticci a quelli del reparto corse Citroen e così il francese che sul podio aveva festeggiato il successo nel WRC3 è stato squalificato. Un’assist al suo rivale nella corsa al titolo, Kajetanowicz, che fa il pieno di punti a fronte dello zero che dopo la scure della giustizia sportiva aspetta a Yohan, un ribaltone che manda in fumo l’ipoteca sul titolo che il francese aveva messo sul titolo. Il pezzo che è costato la squalifica a Rossel è uno di quelli che era finito sotto la lente di ingrandimento in Sardegna, il peso del controtelaio anteriore fuori dei valori di tolleranza. Allora oltre al telaio montato, furono pesati anche quelli di scorta che risultarono fuori peso tranne quello numero 99, lo stesso che è stato montato in Grecia. Tutti gli altri sono stati rinviati al reparto corse PSA per essere sostituiti e controllati con la dovuta attenzione prima di essere venduti. Il risultato dell’indagine ha così scagionato il costruttore, ma ha scaricato tutte le colpe sul concorrente (visto che sportivamente la squadra non costituisce soggetto giuridico), che non ha saputo giustificare il peso fuori tolleranza e si è visto comminare una squalifica che gli costa la vittoria. Ma soprattutto si è visto tirare un colpo di spugna sulla bellezza di 28 punti iridati e un’ipoteca pesantissima sul WRC3 andata in fumo. Ma se da una parte Citroen Racing ha dimostrato il suo impegno, dall’altra è riuscita ad inciampare su un nuovo pasticcio sulle fiches di omologazione, questa volta con le ventole di raffreddamento dei freni posteriori. Le ventole non corrispondevano alla fotografia presente nel dossier di omologazione, dove era presente quella di un prototipo che non è mai stato utilizzato. Nessuno ha però aggiornato l’incartamento che è stato consegnato alla FIA, una distrazione o dimenticanza, l’ennesima leggerezza sfuggita ad un reparto clienti che non brilla certamente nell’attenzione alla parte burocratica. Così è arrivata l’ennesima multa 30.000 euro, 25.000 dei quali in sospensione della pena se non ci saranno reiterazioni della violazione.