SAFARI LA SFIDA DEI 39

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La classicissima africana propone un elenco iscritti con trentanove equipaggi, numeri in linea con le ultime due edizioni, con una decina di rally1 a giocarsi la top ten e diciotto rally2 a sfidarsi nella categoria cadetta dove andrà a rinnovarsi la sfida tra Greensmith e Solberg.

Il rally Safari in versione long event, ma non troppo (384 chilometri, 17 in più rispetto alla passata edizione), è riuscito almeno sulla carta a mettere qualche una decina di nomi in più rispetto alle ultime due edizioni della gara africana. Il principale punto interrogativo di questa edizione resta legato all’inizio della stagione delle piogge, che l’anno passato ha graziato la carovana del WRC. Quest’anno il Safari inizia con una settimana di anticipo, ma questo non basta a mettere al sicuro la gara dai primi acquazzoni di marzo, nel caso il meteo proponga un paio di giorni di pioggia filati, questi potrebbero condizionare in maniera pesante la gara.  Tra le Rally1 si conta un unità in più, la quarta Toyota di Pajari, mentre sono poco meno di una manciata in più le Rally2, una presenza non solamente numerica ma anche di maggiore qualità. Oltre ai due favoritissimi che si sono giocati il WRC2 l’anno passato Greensmith e Solberg, ed all’immancabile Kajto, quest’anno si sono aggiunti Fabrizio Zaldivar e Jan Solans, due avversari particolarmente rognosi soprattutto nelle gare di resistenza. Lascia sempre a desiderare il numero delle Rally3 appena tre e solamente due iscritte al WRC3; qualche spicciolo in più dell’anno passato ma meno del venti ventitré quando la federazione kenyota aveva investito su tre giovani licenziati. Torna a raddoppiare il numero dei vecchi gruppi N, tecnicamente inquadrati nella categoria nazionale, otto equipaggi prevalentemente locali con l’aggiunta di un paio di piloti delle altre nazioni africane.

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