Alla fine di sei giornate di gara su e giù per il Kenya l’East African Safari Classic Rally, a due tappe dal termine della gara a Ukunda continua ad essere guidato dalla Porsche 911 di Eugenio Amos e Paolo Ceci, che sta resistendo al ritorno del padrone di casa Baldev Chager.
L’undicesima edizione dell’East African Safari Classic Rally, ha raggiunto la sua settima frazione, e si sta avviando verso la volata finale, due tappe per un totale di circa quattrocento chilometri cronometrati, che porteranno la carovana sulla pedana finale posta sulle sponde dell’oceano Indiano. A guidare la classifica generale è la Porsche 911, ribattezzata la “giraffa italiana” (per i suoi colori) del nostro Eugenio Amos con alle note Paolo Ceci. Una volta preso il comando della gara a meta della terza tappa Amos si è tenuto stretto la sua leadership, ed ora a due sole tappe del termine sta stringendo i denti per resistere al ritorno della Porsche con il numero 1 sulle portiere del kenyota Chager. Dopo avere portato il suo vantaggio sulla soglia dei venti minuti, nella tappa odierna un problema al cambio, dopo avere firmato lo scratch nella prima speciale di giornata, lo ha bloccato ed a fine giornata ha visto il suo distacco dimezzarsi sulla Porsche di Chager, il primo degli inseguitori che ora si trova a quasi undici minuti dalla testa della gara. Alle loro spalle in terza posizione tiene botta il francese Emilie Breittmayer, ma il suo ritardo supera i venti minuti; appena fuori dal podio in quest’ultima tappa risale la china la 911 SC Proto dell’austriaco Kris Rosemberg saltando il Britannico Grymes e Serderidis, che scivola i settima posizione dietro a Kadoorie. Un gruppetto che insegue oltre la mezz’ora, ma i quatto pretendenti alle immediate posizioni di rincalzo al podio sono racchiusi in un fazzoletto di soli otto minuti, un niente in una gara così dura. A farla da padrone in queste tappe sono state le piogge che hanno colpito la carovana in maniera indiretta, disseminando trappole di fango ovunque, oltre a rendere alcuni tratti di strada impraticabili, per non parlare dei numerosi corsi d’acqua in piena che hanno obbligato la carovana a più di uno stop.