Oramai da un paio d’anni, quelli a tempo pieno nel Tricolore, Umberto Scandola è stato protagonista assoluto, ma all’Adriatico si è rivisto il ragazzino di un tempo, quello capace di staccare la spina e salutare la concorrenza.
I quesiti ad inizio settimana erano tanti, anche qualcuno in più di quelli che abitualmente pone la prima gara su terra del tricolore. Ma ad imperare era la data di consegna in casa Skoda della nuova Fabia R5. Ma Scandola e soci sapevano bene che sulla terra marchigiana, velocissima dura e con quel pò di ghiaino a renderla scivolosa quanto basta, la vecchia Fabia S2000 può ancora dire la sua, anche contro la new generation R5. Partito a tutta per cercare di fare la differenza, ha letteralmente fatto saltare il banco andando a vincere le prime sei speciali in maniera cristallina. Se nella doppia del venerdì sembrava lo scandola di sempre in versione large, il sabato mattina abbiamo ritrovato il ragazzino di qualche anno fa, staccata la spina ha mandato i suoi avversari alla corda con la naturale consapevolezza di avere una marcia in più. Uno scandola che in questi anni avevamo avuto l’impressione di avere perso, ed invece l’Umberto che fa sognare (quello a cui il CIR veste stretto) è arrivato prima della R5. Una versione XXL Con quel pizzico di maturità in più che quando il vantaggio era tale da andare in protezione, il cambio di ritmo è stato come per i campioni impercettibile, ed il solo Chardonnet è riuscito a non farsi travolgere dal direttissimo Veronese. Mentre Basso terzo e Andreucci quarto sono andati alle corde in più riprese.