Nella breve frazione del sabato con appena quattro speciali vere e tre cittadine Rovanpera va subito out ed a giocarsi l’assoluta restano Neuville e Evans, i due migliori asfaltisti del lotto ed il Belga nel finale riesce a mettere le ruote della sua Hyundai i20 davanti alla Yaris del dragone Gallese.
La tappa del sabato conta un’ottantina di chilometri, ed appena due speciali vere da mandare in replica, non certo il massimo per una gara del WRC, ma almeno questa volta a tenere banco è stata solamente la cronaca sportiva. Fatta eccezione per la cancellazione del tutto ininfluente del primo passaggio sulla stage cittadina di Okazaki di appena 1,4 chilometri. Ad infiammare le speciali del Japan per prendersi la cattedra alla nuova università dell’asfalto sono stati Elfyn Evans e Thierry Neuville, i più forti e completi asfaltisti del momento. Nella prima frazione a rendergli la vita difficile ci ha provato Rovanpera, ma al fly Finn, appena laureatosi campione del mondo, manca ancora un pizzico di esperienza nel leggere ogni frangente della gara, e sulla prima stage della mattina ha toccato l’anteriore rimediando una foratura che l’ha obbligato a fermarsi per cambiare la ruota. La velocità sui fondi catramati ad appena ventidue anni, per un ragazzo nato sulla terra è davvero impressionante, e Kalle nonostante il titolo appena vinto ha una fame tale che è sempre pronto a provarci costi quel che costi. Gli altri due invece hanno un bagaglio tale da riuscire a leggere ogni metro di speciale, dando il massimo e rischiando il minimo, non è un caso che a fare incetta di scratch sia stato un Ogier che con la foratura di ieri non aveva nulla da perdere. Nelle speciali della mattina Elfyn consolida la sua posizione, ma nella replica pomeridiana il feeling con l’avantreno non è più lo stesso e perde qualche secondo di troppo e si vede costretto a cedere il timone a Neuville. Il Belga lamenta anche lui una vettura non precisissima, ma la costanza dei tempi è impressionante. Gradino basso del podio per un Tanak che va una volta a scratch, ma con la sua guida un pizzico più nervosa non riesce a tenere la scia delle due lepri e scivola una quarantina di secondi dietro. A chiudere la top five troviamo Katsuta che concede appena una ventina di secondi a Tanak e sua maestà Ogier che senza i 2’43” persi nella seconda speciale per sostituire una foratura sarebbe in lotta per il successo.