La nuova generazione di vetture ha smentito alcune catastrofiche previsioni, in primis quella che in determinate occasioni le nuove Rally1 avrebbero segnato il passo di fronte alle Rally2, ed a bordo strada tranne in rare occasioni è difficile leggere le prestazioni ibride.
Dopo poco più di una giornata di gara, e solamente otto prove cronometrate disputate, la classifica individuale di ogni cronometro non ha visto nessuna vettura Rally2 in prima linea nella classifica. Il motivo principale risiede in buona parte nella potenza dei propulsori, nonostante le vetture si siano appesantite di circa 130 Kg. (tra batteria, circa 85 kg associati ai 30/35 del motore elettrico) la potenza erogata consente alle vetture di mantenere un vantaggio importante rispetto alle vetture della categoria inferiore. Inoltre, la potenza aggiuntiva erogata dal funzionamento dell’impianto elettrico permette di compensare parte dell’handicap derivante dall’aumento di peso.
Nelle speciali, fatta eccezione per la partenza dove la potenza in più è evidente, per non dire lampante, le ripartenze, principalmente nei tratti lenti, non hanno evidenziato una spinta visibile ad occhio nudo, se non in rarissime situazioni. Il fatto più importante è sino ad ora il set di ibrido ha dimostrato un ottimo grado di affidabilità. In otto speciali i tempi delle Rally1 non hanno subito alcuna debacle significativa per problemi di natura tecnica legati al nuovo pacchetto ibrido. E l’unico ritiro di giornata tra le vetture Rally1 è da attribuire all’eccesso di ottimismo di Adrien Fourmaux che ha polverizzato la sua Ford Puma in una disastrosa uscita di strada.
In termini di prestazioni individuali osservate, la nuova Ford Puma ha dimostrato in questa prima parte di gara un piccolo vantaggio sulla Toyota, ma si tratta di sensazioni difficili da comparare in condizioni in continua evoluzione come quelle del Montecarlo. Inoltre, durante il loop mattutino, alcuni equipaggi tra cui Ogier, Evans, Breen, Rovanpera e Greensmith avevano deciso di imbarcare due ruote di scorta contro una sola degli altri equipaggi, tra i quali troviamo anche Sébastien Loeb.
L’ordine di partenza di Sébastien Loeb legato all’evoluzione della strada di ha sicuramente favorito il pilota alsaziano rispetto al rivale Ogier. Loeb ha beneficiato di un fondo modificato dal passaggio delle vetture che lo hanno preceduto, oltre che da una ventina di minuti di ritardo che il mattino in termini di temperatura può modificare la temperatura al suolo.