Si è appena conclusa la finestra per l’iscrizione al calendario rally (ed altre discipline) nazionale 2023, tra le novità colpisce il raddoppio delle tasse di iscrizioni per le gare non titolate e minori (Rally Day, Ronde, ecc..), un chiaro intento di andare a porre un freno a dei calendari sempre sovrafollati, ma la scelta di dare un giro di vite solamente alle tasse solleva più di una perplessità.
La riduzione dei calendari dei rally (numero di gare) è un tema che tiene banco oramai da parecchi anni, tra gare di campionato (CIAR, CIRA, CIRT e CRZ) e quelle non titolate (Naz., Ronde, Rally Day, Rally Circuit, Ronde Terra). Nonostante i due anni di pandemia si viaggia sempre sopra le cento gare; un numero davvero elevato, soprattutto considerato che nei due tre mesi invernali, il calendario presenta pochissimi appuntamenti. Preservare le gare titolate è la priorità per dare linfa vitale alla specialità, è quindi debito dare un freno alla selva delle gare minori, questo però dovrebbe essere fatto in maniera chiara fissando dei paletti precisi, ed annunciando pubblicamente la propria politica. Quanto è stato fatto, andando a ritoccare le tasse di iscrizione delle gare, probabilmente cambierà poco o nulla, ma più che di una selezione l’impostazione è quella di una partita a lascia o raddoppia. Unico criterio pagare di più, che ci potrebbe anche stare, ma dovrebbe essere legato ad un idea di futuro, più verso i Ronde oppure Rally Day, degli slot bloccati per i nuovi ingressi ecc.. . Invece si è preferito raddoppiare e basta visto che le gate titolate nazionali e internazionali pagano un diritto di € 2.500, mentre tutte le non titolate pagano € 4.000, ai quali bisogna sommare altri € 1.500 se si tratta di gara nuova, gara annullata l’anno precedente, ecc .. . I mugugni sotterranei sono tanti, ma tutto sommato non avere normato nulla ha fatto sì che nessuno sia salito sugli scudi, a dimostrazione che tutto sommato va bene così a tutti o quasi. In questo momento però ci sarebbe bisogno di scelte coraggiose, da una parte possono scontentare, ma la politica del colpo al cerchio e uno alla botte in anni di forte transizione come questi serve a poco o nulla. Oggi occorre la capacità di leggere il futuro e non attendere questo ci travolga. Uno dei paradossi macroscopici è avere dato la bottarella di quelle poche migliaia di euri alle gare minori su terra: Challenge Ronde Terra e Nazionali. Penalizzando quei pochi coraggiosi disposti a investire sulla terra, in un momento dove il CIRT è dovuto arrampicarsi sugli specchi per tenere in piedi il campionato.