SPECIALI PALESTRA

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In ottica di eventuali salti di categoria per giovani talenti, uno degli elementi più formativi sono le prove speciali lunghe, quelle oltre i venti chilometri, un peso specifico ben superiore al chilometraggio complessivo di una gara, eppure in Italia sono davvero pochi gli organizzatori disposti a mettere speciali lunghe nel proprio percorso.

Da un anno a questa parte, da quando il format delle gare è stato rivisto al ribasso, a tenere banco su tutti i tavoli di discussione è il chilometraggio complessivo di una gara. Nei giorni passati però abbiamo cercato di mettere in risalto l’importanza dei format, perché prendendo esempio proprio dal WRC ad esaltare la gara spesso sono i format, in grado di rimescolare le carte e dare grande suspence alla gara. L’esempio più cristallino è arrivato dalla gara più short del WRC 2020 il Turchia, se vogliamo imbarazzante visto il tracciato di appena duecentoventi Km.; ma con quelle quattro speciali sopra i trenta chilometri ha regalato un round ricco di colpi di scena, ed altissima tensione legata alle scelte tattiche. Un aspetto sul quale si potrebbe già fare qualcosa oggi visto che la rigidità dei format, non riguarda la lunghezza delle speciali. Una libertà per tentare di fare qualcosa di diverso che soprattutto a livello CIR hanno colto in pochissimi, unica eccezione il Sanremo che ha proposto una speciale sopra i venti chilometri. Unica eccezione visto che in tutte le altre gare non si è mai superato il muro dei quindici chilometri. Un aspetto che è saltato all’occhio in questo fine settimana, con il Casentino la gara di Bibbiena che ha portato l’IRCup al giro di boa. Tre gare Piancavallo, Taro e Casentino e ben sette speciali sopra il muro dei venti chilometri, il problema in questo caso evidentemente non è federale, ma di una tendenza generale ad organizzare le gare basandosi sui minimi regolamentari, ed evitando qualsiasi genere di rogna. Per rogna intendiamo anche quanto è successo al Piancavallo, che ha visto saltare a stretto giro di posta due speciali di diciotto chilometri. Le speciali lunghe, parlando di serie nazionali si intende di almeno venti chilometri, un elemento che nella formazione di un ragazzo giovane incide molto di più rispetto al chilometraggio complessivo di una gara. Questo perché insegnano a correre sul passo, ed anche a variarlo a secondo dei cambiamenti di fondo, oppure del tracciato, esercizi che nelle gare del WRC oppure ERC possono fare la differenza. La speranza è che il nuovo CIR sul quale si sta lavorando cominci a cogliere maggiormente queste opportunità, evitando di nascondersi dietro alla croce rossa (ACI Sport) per poi richiedere che tutti si standardizzino verso il basso.

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