SUBARU, 15 MILIONI DI BOXER

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Il mitico propulsore a cilindri contrapposti della Subaru ha raggiunto quota quindici milioni di esemplari in quasi cinquant’anni di produzione. Fu il cuore delle indimenticate Impreza Gruppo A e WRC.

La produzione del propulsore boxer della Subaru ha raggiunto la quota di 15 milioni di unità da quando fu sviluppato per la prima volta, 49 anni fa. Da allora, il motore a cilindri contrapposti è diventato un punto fermo nella produzione delle vetture delle Pleiadi, inzieme alla trazione integrale.

La prima vettura stradale a montare questo tipo di propulsore fu la Subaru 1000 del 1966, con un boxer quattro cilindri in alluminio raffreddato ad acqua. Da allora molto è cambiato, tranne l’impostazione progetturale di partenza. I motori boxer sono rinomati per la loro fluidità di erogazione ed i benefici che derivano dalle dimensioni compatte. I pistoni sono disposti simmetricamente per annullare reciprocamente la forza d’inerzia, garantendo quindi minori vibrazioni, maggiore equilibrio rotazionale e una erogazione fluida ad un maggior numero di giri rispetto ad un tradizionale motore a quattro cilindri in linea. Inoltre il disegno a bancate contrapposte consente al motore di essere montato in posizione inferiore, contribuendo ad abbassare il centro di gravità del veicolo per migliorare stabilità di guida e maneggevolezza.

Caratteristiche che vennero mantenute anche nelle competizioni, come sulle indimenticabili Subaru Impreza Gruppo A e World Rally Car. Auto che con le loro livree blu entrarono nel cuore degli appassionati di tutto il mondo. Grazie anche alle gesta di campioni indimenticabili come Colin McRae o Petter Solberg. Proprio quest’anno ricorre oltretutto il decennale degli ultimi successi nel Mondiale, risalenti alla stagione 2005 con il pilota norvegese. Vittorie che vennero in Svezia, in Messico e nel tragico Wales rally in cui perì in un incidente Michael “Beef” Park, copilota di Markko Martin. In quell’occasione, Sebastien Loeb era in testa alla gara ma preferì “perdere” pagando ad un CO per non dover festeggiare la conquista del titolo Mondiale in quelle cupe circostanze. Fatto che consegnò alla Subaru, ed a Solberg, la loro ultima vittoria nel WRC.

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