Con l’evoluzione delle vetture, ma soprattutto degli pneumatici la possibilità di tagliare ha letteralmente stravolto la maniera di affrontare molte prove speciali, sull’asfalto ma anche sulla terra, a Ypres invece le traiettorie sono rimaste quelle di una volta, dove si tagliava allora si taglia oggi alla stessa maniera.
Prima del via Alain Penasse uno degli uomini al timone del rally di Ypres, si è autopromosso mettendosi al collo una bella medaglia, per la scelta di non avere utilizzato gli antitaglio; un’affermazione che ha stranito chi conosce Ypres, carreggiate strette di campagna dove parlare di tagli, almeno quelli di oggi dove si lancia tutta la vettura fuori della carreggiata, visti i terrapieni, i canali di irrigazione e banchine strettissime è abbastanza utopico. Da quelle parti anche quando le carcasse delle gomme erano poco più dure delle stradali (anni Settanta, ottanta) si tagliava già, o meglio si andava a cercare la corda, ovviamente le strade si sporcavano ma per la tipologia di taglio e di terreno nemmeno troppo. Ovviamente il discorso cambia nelle mezze stagioni quando la pioggia, trasforma ogni curva in una fangaia, strade generalmente già sporcate dai mezzi agricoli, dove stare in strada senza tagliare è una vera lotteria. Le immagini degli on-board hanno subito messo a nudo il bluff degli organizzatori, su quelle strade strette andare di antitaglio sarebbe ridicolo, soprattutto considerato che quello che oggi chiamiamo taglio a Ypres è rimasto (vista la fisicità di quelle strade) lo stesso esercizio di allora, ovvero agganciare il punto di corda. Speciali differenti ma che non sono cambiate negli anni, come quelle di Acqui e Vesime che per un paio di stagioni furono palcoscenico del WRC quando il Sanremo era diventato tutto asfalto. A differenza delle prove del Belgio la strada si sporcava molto di più (tra terriccio e ghiaia), ma viste le carreggiate è evidente che l’antitaglio se non in particolari circostanze era impossibile da utilizzare. Le parole dei Belgi “i rally devono restare come una volta e noi così facciamo, è un’autocelebrazione abbastanza gratuita che parlando di asfalto non può certo trovare riscontro in speciali come quelle del Deutschland dove senza le rotoballe le vetture sarebbero uscite con le quattro ruote sulla terra. Ma questo vale anche sulle strade sterrate dove gli eccessi si sono moltiplicati e la motricità delle gomme, unita all’effetto dell’aerodinamica, va a demolire gli interni curve.