L’ultima tappa con i suoi 41 chilometri totali, propone un finale con un coefficiente emozionale ridotto ai minimi termini, i protagonisti del podio virtuale si limitano a gestire le rispettive posizioni Tanak però deve fare i conti con il cedimento dell’idroguida nella power stage e deve cedere la vittoria ad un Sordo incredulo.
Quando la decima vittoria di Tanak, ed il relativo bis in terra di Sardegna dopo la vittoria del 2017 sembrava oramai cosa fatta, con un Tanak che con estrema autorità ha amministrato il suo vantaggio nelle prime tre stage, nella power stage finale è successo l’imponderabile. La sua Yaris perfetta sino a quel punto registra il cedimento dell’idroguida, il risultato è disastroso con un brutto testa coda e poi una stage obbligato a misurarsi con uno sterzo sempre più duro a fine speciale perde due minuti e scivola al quinto posto appena davanti a Neuville. Un amarezza grandissima visto che Tanak si è limitato ad un finale in assoluto controllo, azzerando dal suo passo tutti gli eventuali rischi che proponevano le strade dell’Argentiera, ma questo non è bastato a salvare la sua meccanica che probabilmente ha pagato l’impressionante ruolino di marcia di ieri con sei scratch in sei speciali. Una gara di conserva è stata anche quella di Sordo e Suninen, gli altri due attori del podio virtuale, il loro distacco anche se contenuto nell’ordine di una quindicina di secondi non proponeva grandi margini per eventuali sorpassi, a meno di qualche errore. Così entrambi si sono limitati a cercare di non commettere errori e portare a casa punti utili (per il costruttori nel caso di Sordo), ed un gradino del podio che di questi tempi è tanta roba (visto il monopolio dei magnifici tre). Ma il colpo di scena finale ha regalato un successo che al pilota Catabro, con la Hyundai cominciacva a pesare viste le buone prestazioni fatte in queste ultime stagioni. Teemu sale anche lui in classifica ed aggancia una piazza d’onore che per lui vale oro ottenuta con un perfetto mix tra velocità e intelligenza tattica. Le emozioni sino a quel momento le avevano regalate Evans e Mikkelsen, o meglio le emozioni da performance pura per le posizioni di immediato rincalzo al podio. Con il Norvegese che è partito a tutta per cercare di portare a casa qualche punto in più per il titolo costruttori, completa con una arrembante rimontacon ed un finale imperiale dove salta il Gallese, e si ritrova con la medaglia di bronzo al collo. Interessante anche lo scontro frontale per i punti della power stage tra i delusi della gara con Neuville e Ogier in testa. Tutti e tre si sono limitati per a risparmiare le gomme in vista della scontro finale, in maniera molto più che palese, ed alla fine a spuntarla è Mikkelsen ma Ogier nonostante sia il primo tra le WRC+ a prendere il via porta a casa 4 punti.