Su e giù per i vigneti della Mosella con qualche acquazzone a sorpresa a confondere le carte, Tanak cala un full di scratch e prova ad allungare, ma un Ogier stoico non molla niente e limita il suo ritardo ad una decina di secondi mentre Neuville terzo paga già 27″.4.
Fedele a quanto aveva fatto vedere nel doppio antipasto del giovedì, con shakedown e speciale spettacolo, il driver Estone continua ad attaccare e questa volta fa sul serio andando a prendersi cinque dei sei scratch a disposizione. Un attacco frontale con una guida determinata e precisa senza sbavature anche sull’asfalto più viscido per qualche scroscio temporalesco o la dove nei tagli la carreggiata si sporca in maniera evidente. Sempre giù a tutta, mai oltre il limite ma sempre costantemente in soglia, abbastanza per mettere l’intero plotone in ginocchio. Unica eccezione manca a dirlo quell’Ogier che l’anno passato era suo compagno di squadra, il Francese arranca la sua Fiesta forse qualcosa alla Yaris lo paga, ma l’arte di guidare per intere giornate in soglia l’Estone l’ha imparata proprio dal Francese, che a differenza di molti assi del passato non si lascia intimidire dai giovani rampanti tira fuori le unghie ed in qualche maniera limita i danni al minimo restando in scia alla Yaris di Tanak che resta nel mirino a 12″.3. La terza piazza è di un Neuville anche lui votato alla difesa ad oltranza, la i20 sull’asfalto sembra migliorata ma non è ancora perfetta, e tutti quei cambi di aderenza non sono certo congeniali alla guida del Belga, che però oggi è la lontana copia del pilota che solo qualche mese fa appena le cose si complicavano spariva nelle retrovie delle classifiche. Questo Thierry non si lascia intimidire e dimostra di essere disposto a difendere alla morte ogni punto, conscio che i campionati si vincono la dove il proprio mezzo paga qualcosa agli avversari. Medaglia di legno per un Evans finalmente convincente, dopo una partenza attenta aumenta il suo passo ed anche se continua a perdere qualcosina nei confronti dei primi, riesce a restare in scia e mette alle corde il resto del plotone compreso Latvala, che gli resta incollato, mentre Sordo e Lappi gli cedono qualche secondo in più, ma sono comunque sempre in agguato.