La Polonia non ha portato una grande fortuna agli Italiani presenti, anche se tutto sommato la quinta piazza di Tempestini e l’ottava di Battistolli, mentre Campedelli ha pagato a caro prezzo l’essere scivolato in un fosso pieno d’acqua, ed avere perso ventisei minuti prima di liberarsi dalla morsa paludosa e riprendere la strada.
Il primo degli azzurri come alle Azzorre si conferma Simone Tempestini, che conclude la sua gara in quinta posizione, il trevigiano battente bandiera rumena sulla terra veloce dimostra di avere sempre un buon feeling, ma anche questa volta gli sono mancati quei quindici secondi per riuscire ad agganciare il podio. Senza la foratura lenta rimediata nel finale della penultima speciale della seconda giornata dove ci ha lasciato una manciata di secondi abbondante sarebbe stato davanti a Llarena, con Torn nel mirino. Rispetto ad altre gare è riuscito a mantenere un passo costante in tutta la gara, ma gli è mancata quella zampata di cattiveria che siamo sicuri è nelle sue corde. Qualche posizione più in la c’è il giovane Battistolli, i progressi rispetto al 2021 sono stati evidenti, ma durante tutta la prima tappa è sembrato avere dimenticato il freno a mano tirato, probabilmente intimorito dalla velocità di queste speciali “speciali velocissime ma soprattutto da guidare in rotaia, ed è difficile capire sino a dove ti puoi spingere”. Nella seconda tappa invece si è lasciato andare, la sua guida è diventata più fluida e i tempi sono migliorati quasi naturalmente, nella prima tappa (di 57 minuti) ha pagato a Solans 1’31” mentre nella seconda tappa (di 42 minuti) ha pagato solamente 32” al vincitore di tappa. Un bel progresso e tutto sommato un buon risultato, con una partenza migliore la sesta piazza sarebbe stata sua, ma soprattutto ha dimostrato che il gruppetto della top five non è più ad anni luce ma è quasi nel mirino. Particolare da non dimenticare quello che nella seconda frazione si è trovato a partire per terzo sulla strada, e quindi in quei trenta secondi di ritardo una manciata o più sono viziati dalla posizione di partenza. Gara da dimenticare quella di Campedelli, una sbavatura l’ha portato in una curva lentissima fuori con l’anteriore, d’istinto ha messo giù per tirarla via, ma il ciglio viscido e scivoloso lo ha tirato dentro un fosso paludoso che lo ha intrappolato per venticinque minuti. Anche senza lo svarione però non avrebbe potuto fare un grandi cose, terzo sulla strada il sabato e primo la domenica sono un ipoteca per restare ai limiti della top ten, quindi tutto sommato è stato meglio sia successo in quest’occasione, ed abbia così esaurito in questa prima metà di ERC le sfortune di almeno due stagioni.