Il terreno durissimo, dove i sassi camminano per strada con il passaggio delle vetture, la quota che fa mancare aria a motore e freni, ed il sole battente che aiuta a mandare il tutto in temperatura di ebollizione, rendono il Massico una delle gare più complicate per le R5. Ed infatti è bastata una sola speciale di quelle vere a dare il volto alla classifica finale.
Dopo lo show by night sulle strade di Guanajuato dove c’è stata gloria per tutti, ed a svettare sul pennone più alto sia nel WRC2 che nel WRC3 è stata la bandiera Svedese, il risveglio del venerdì mattina sulla El Chocolate è stato un trauma quasi per tutti. Nel WRC2 Veiby perde minutate per un problema ai freni, mentre Tidemand trova subito il suo passo, non troppo ma nemmeno troppo poco abbastanza per mettere alle corde un Gryazin che è sembrato appagato della seconda piazza si da subito, ed allo Svedese non è rimasto altro che impostare una gara attenta mettendoci sempre quel qualcosa in più del Russo. E nemmeno la foratura patita nel finale sulla Alfaro ha scalfito la gara di Pontus, questo anche nel caso il Russo non avesse sofferto anche lui di una foratura (che gli è costata una trentina di secondi in meno. Nel WRC3 invece la bandiera Svedese è stata ammainata subito, con un sasso che manda out la pompa dell’olio della Polo di Oliver. Contemporaneamente vanno però al tappeto anche Guerra e Kajto (che si salva ma non trova più un passo decente). Il timone passa nelle mani del Cileno Alberto Heller, con l’ombra minacciosa di Bulacia alle spalle, un inquietante presenza che lo induce in errore e così Marquito si ritrova la leadership in mano senza colpo ferire. A quel punto il giovane Boliviano va via con un passo circospetto ma regolare attento a differenza del passato a non commettere errori e con il passare dei chilometri aumenta il suo vantaggio sulla Fabia di Emilio Fernandes, che veleggia a minutate da Bulacia, ma si toglie la soddisfazione di bruciare la piazza d’onore al padrone di casa Trivino.
