Dopo essersi persi in voli pindarici sul futuro dei rally, con il ritorno sulla terra a parlare dei due anni di proroga si è già spaccato il gruppo dei costruttori, con la Toyota che con voce sempre più forte sta dicendo di no ad altri due anni di fornitura del kit ibrido da parte di Compact Dynamics, mettendo in difficolta FIA e Promotore.
La posizione della Toyota contro ulteriori due anni di Hybrid con l’attuale impostazione, ovvero prolungando la mono fornitura del kit alla Compact Dynamics, sta complicando non poco una discussione che in teoria dovrebbe produrre un risultato entro inizio ottobre, ma ora rischia di slittare al consiglio mondiale di dicembre. Con buona pace del futuro vero dove tra i tre costruttori presenti e quelli interessati tutti sembrano orientati su sistemi differenti. Dare torto ai vertici del gruppo nipponico è davvero impossibile, visti i troppi i problemi che in questi mesi si sono verificati su un kit ibrido, decisamente obsoleto; le corse o meglio i rally non sembrano certo il faro della tecnologia odierna, ma a fatica riescono a stare al passo con i tanti sistemi che i singoli costruttori propongono sul mercato di serie oramai da anni. A favore di continuare con il sistema Compact Dynamics la M-Sport, nella speranza di effettuare meno cambiamenti possibili sulla Puma Rally1, cercando di mantenere in piedi la baracca. Anche se a questo punto a Cockermouth sarà difficile trovare il bandolo della matassa per la prossima stagione, ancora prima di mettersi a ragionare sul 2025. Meno chiara la posizione della Hyundai, pur non essendo entusiasta di Compact Dynamics sino ad oggi non c’è stata una presa di posizione contraria forte come quella nippo-finlandese. Il punto interrogativo resta quello legato al dopo 2026, se l’ibrido scomparisse sviluppare un sistema per soli due anni rappresenterebbe un costo esagerato per essere ammortato in due stagioni. Facendo di conto con i budget dei costruttori presenti probabilmente la sola Toyota potrebbe imbarcarsi in un avventura del genere, ma senza la sicurezza di ammortizzare lo sviluppo su più di due anni qualche lecito dubbio sorge anche sulla posizione della casa Giapponese. A meno che quando si arriverà al dunque per il 2027, qualcuno si stia preparando ad avere dalla sua un’ulteriore concessione da mandare all’incasso per rafforzare la causa dell’idrogeno. La lezione che tutti avrebbero dovuto metabolizzare in questi due anni è l’idea di creare forniture uniche, su dei kit legati a sistemi ad alta tecnologia è un arma a doppio taglio. Se da un lato si possono elencare una lunga serie di benefici teorici, livellamento prestazioni, contenimento dei costi ecc..; il contro è principalmente un budget sviluppo limitato dove nessuno vuole pagare con una controparte impegnata a mediare tra qualche correzione, ed evitare di vedere i conti andare in passivo.