TOYOTA, ECCESSI DI SICUREZZA

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All’Acropoli la mancanza sulla plancia di comando di Latvala e Toyoda, spalanca le porte a una serie di domande sulla futura line-up per il 2024, la gestione della squadra non dovrebbe porre particolari problemi a Lindstom (sempre all’altezza), ma con il mercato piloti in fase di ebollizione e difficile comprendere se quest’assenza tradisca un asset 2024 semi sicuro.

In questa lunga pausa agostana si può dire il mercato piloti sia oramai in fase ebollizione, a tenere banco la proposta da capo giro messa sul campo da Hyundai a Ogier, ma da quanto si è intuito la volontà di Toyota di tenersi stretto l’otto volte campione del mondo è molto forte. Ed avrebbe già generato una controproposta, e la casa nipponica sul tavolo delle trattative oltre ai soldi ha dimostrato di sapere accontentare tutte le richieste di programmi e gare, di un Ogier poco propenso ad una stagione completa. Il fatto che all’Acropoli non siano presenti Toyoda e Latvala, in uno dei momenti chiave del mercato piloti, ma siano lontani migliaia di chilometri, per rispondere faccia a faccia (e non solo al telefono o in video conferenza) ad eventuali mosse della concorrenza, tradisce un eccesso di confidenza. Difficile pensare sia stato preso così sottogamba uno dei momenti cruciali in vista del 2024, per cui l’ipotesi più attendibile è che a Jyvaskyla abbiano già messo le mani avanti sulla nuova line-up, e potrebbero essere arrivati ai dettagli, con Ogier e Rovanpera. Anche Evans, ancora di più dopo la sua vittoria in Finlandia, sembra orientato verso la riconferma, anche se in questo momento per Hyundai resta il top driver più abbordabile, ed il polverone alzato su Ogier potrebbe anche fungere a distrarre l’attenzione da trattative decisamente più discrete. Quarta vettura o meno ad Alzenau manca una prima guida di spessore da affiancare a Neuville ed andarlo a strappare alla Toyota non sarà facile. Certamente sulla piazza c’è sempre Ott Tanak, ma Abiteboul e Demaison a parte la Hyundai è rimasta quella di un anno, a cominciare dal presidente coreano che nel divorzio con Tanak si è visto sbattere la porta in faccia, nonostante i tentativi di accontentarlo. Attriti più pesanti di quelli che lo dividono da Neuville, rivalità che non si sopisce in sei mesi, ma nemmeno può essere un ostacolo insormontabile quando in plancia di comando non c’è il vuoto come l’anno passato.

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