Il campionato europeo a distanza di due settimane si sposta nel mezzo dell’Atlantico, per la sfida sugli sterrati delle Azzorre, tanti i protagonisti azzurri dalla top ten alle serie support, in particolare nell’ERC4 dove a Fafe un Mabellini XXL ha chiuso al secondo posto e Daprà ha staccato delle ottime prestazioni al suo esordio nell’ERC4.
Gli esami non finiscono mai e così è per i nostri giovanissimi portacolori nell’ERC4, la serie support dedicata alle due ruote motrici tutto avanti, che prima dell’avvento di WRC Promoter e dell’introduzione della nuova piramide FIA di classe abbiamo imparato a conoscere come ERC3. Una serie che negli anni ha visto passare un gran numero di talenti: Huttunen, Lefebvre, Sesks, Franceschi, Pajari e tanti altri. Una strada però poco battuta dagli azzurri, fatta eccezione per la parentesi 2014 quando non mancarono di farsi notare Andrea Crugnola e un allora giovanissimo Fabio Andolfi. Nella prima di Fafe i due azzurri che hanno deciso di accettare la sfida europea tra le due ruote motrici: Andrea Mabellini e Roberto Daprà si sono messi subito in evidenza, dimostrando di avere ambizioni importanti, ed ora si preparano ad un secondo round a tutta terra, in una gara molto complicata tutta da scoprire per entrambi. Mabellini a Fafe ha portato a casa una seconda posizione pesantissima, inchinandosi solamente allo Spagnolo Palomo, un’classe 2002 che però puntava alla Peugeot Rally Cup Ibérica, che l’anno passato aveva già corso a Fafe, rovinando però fuori strada nelle battute iniziali. La gara di Andrea è stata inappuntabile, tutta impostata su un passo che si è rivelato vincente, nelle prime speciali ha ceduto qualche secondo in più a Soria e Fotia che però strada facendo sono inciampati entrambi e gli hanno dovuto dare strada. L’Argentino si è fatto nuovamente sotto, ma proprio sull’ultima prova ha balbettato e Mabellini lo ha infilato. Nella nuova sfida a Ponta Delgada con Soria che ritorna al volante della Clio Rally5, la sfida sarà nuovamente con la Clio di Fotia, ora nel ruolo di inseguitore in una gara che nessuno dei due ha mai disputato. Per Roberto Daprà invece sarà un’altra cavalcata solitaria dove l’imperativo è macinare chilometri, i cinque minuti di ritardo rimediati sulle speciali di Fafe lasciano il tempo che trovano, perché in una gara dove all’inizio ha ciccato completamente l’assetto e subito dopo ha lasciato per strada tre minuti secchi per il manicotto del turbo sfilato. Il suo compito l’ha svolto molto diligentemente, ed altrettanto deve fare alle Azzorre per i tempi c’è tempo, o meglio per i risultati, visto che i tempi che ha battuto quando tutto è filato liscio erano di tutto rispetto.