Le speciali della classicissima che andrà ad aprire la stagione 2022 sembrano essere state disegnate per fare fronte all’attuale incertezza proposta dalla pandemia, un layout con pochi accessi, speciali lunghe ma non lunghissime; poche opportunità per il pubblico, in una gara disegnata per esserre facilmente blindata in caso di necessità.
Sotto il profilo tecnico sportivo l’AC Monaco ha disegnato un’edizione del Montecarlo all’altezza della sua fama, nonostante tutte le problematiche che proponeva spostare il proprio baricentro all’interno del principato. Sfruttando la grande varietà di speciali che propongono le alpi marittime, sono stati ripescate speciali e spezzoni di prove che da anni giacevano nel dimenticatoio. Un percorso di grande respiro, teoricamente con meno neve e ghiaccio, ma a cambiare le condizioni delle strade basta una spruzzata di neve a qualche giorno dalla gara. La nota dolente di questo percorso è la presenza di pochissimi accessi, vuoi perché su queste strade chiuse tra gole e montagne poche sono le vie di comunicazione, ma soprattutto imbastendo delle speciali dai quindici ai venti chilometri si è evitato di avere troppi bivi in speciale. Dopo tutte le difficoltà a cui la macchina organizzativa monegasca ha dovuto fare fronte nell’edizione che ci siamo appena lasciati alle spalle, chiusa al pubblico causa pandemia, nel principato hanno preferito portarsi avanti con il lavoro. Il percorso imbastito nel caso la situazione pandemica ritorni ad imporre dei lockdown territoriali si presta in maniera particolare ad un’altra edizione blindata della gara, senza bisogno di troppi ritocchi. Una scelta più che comprensibile, ma che rischia di penalizzare (lockdown o meno) ancora una volta il pubblico. Elemento che con la pandemia ha dovuto effettuare le maggiori rinunce, ed anche se la sua presenza può creare dei problemi, il rischio di continuare a proporre delle gare blindate che scoraggino la presenza degli spettatori, rischia di moltiplicare un’emorragia spesso sottovalutata.