UNA GARA DA OSCAR

0

Una gara meravigliosa, con dei contenuti sportivi degni di entrare nelle pagine della leggenda che però ci piace commentare anche in maniera più leggera senza prendersi troppo sul serio ma con un filo di ironia.

Miglior attore protagonista: ai due Séb, ex aequo. Senza di loro non ci sarebbe stato pathos, e questa sarebbe stata solo una corsa di macchine. Invece c’hanno messo il cuore, e hanno trasformato questo Monte asciutto in un pezzo di leggenda.

Miglior attore non protagonista: Anthony Fotia. Passava con la Clio Rally4 ed era evidente che andava forte. Dopo di lui passava Griebel, che pure non è fermo, e si vedeva una differenza palpabile. Fenomenale.

Miglior film: la domenica del Monte. Se sabato Ogier aveva cappottato Loeb rifilandogli 31” in cinque prove, domenica la foratura e l’incredibile penalità per falsa partenza hanno rimescolato tutto. C’era qualcuno fra noi che doveva per forza andare a un pranzo di famiglia. Sono certo che si sia assentato con qualche improbabilissima scusa per almeno un quarto d’ora. Imperdibile.

Miglior cortometraggio: Gus Greensmith e la sua esultanza per la prima piesse iridata vinta in carriera. È stata la ciliegina su una gara che ha portato molti a rivalutarlo. L’anno scorso aveva preso quasi 2 secondi al chilometro da Ogier, quest’anno (al netto dei 3’ di penalità) appena 7 decimi. Crescita netta.

Miglior regista: Ott Tanak. È stato bello vederlo tornare in gara dopo una pausa troppo lunga e troppo chiacchierata. Purtroppo, è andata com’è andata, ma il primo passo è stato fatto. Adesso forza e coraggio, in quantità.

Migliori effetti speciali: Adrien Fourmaux, ringraziandolo per quel carissimo caffè rifiutato. Il botto che ha tirato può segnarlo, ma speriamo lo segni solo in meglio. Resta l’errore, evidente, ma per fortuna ci si può scherzare sopra.

Oscar al merito: Roberto Daprà. Non ha ancora 21 anni, sceglie il Monte per fare la prima gara iridata della carriera, guida una Fiesta R2 vecchia di due anni abbondanti. Ebbene, fa terzo di classe dietro ai soli Fotia e Griebel, non esattamente due fermi. Chapeau.

Menzioni speciali

Premio Scienziaeto (ovvero, a chi la fa più grossa): ai cinque ricognitori che, muovendosi fra fine prova e controllo stop di PS8, hanno fatto prendere 30’ di penalità ai cinque loro concorrenti. Non conta la buonafede, conta il regolamento. Se ritieni di non averlo violato ti batti per le tue ragioni, ma a cosa servono i post su Facebook?

Premio Diludendo: le Rally1. Non vanno piano, ci mancherebbe. Hanno regalato spettacolo, certamente. Però sono esteticamente discutibili e, soprattutto, vanno dannatamente più piano delle Plus (ah, i bei vecchi tempi). Speriamo che portino l’interesse di nuovi costruttori, ma la vedo tremenda. L’ibrido arriva l’anno dopo lo stop alle vetture di serie a combustione dal 2035. Se la Commissione non cambia idea, le Rally1 sono nate morte.

Premio Mandostai (ovvero, ma siete matti): ancora una volta sono stati classificati gli equipaggi esclusi dal taglione della domenica. È una roba buona solo per il glamour, ma che va contro ogni più elementare principio di sport. Covi e Crerar, così, hanno preso punti iridati pur non disputando gli ultimi 67 km di gara. È ora di finirla: basta, basta, basta.

Niccolò Budoia

Share.