La virtual chicane che farà la il suo esordio internazionale al Roma Capitale, ha lasciato senza parole, non tanto per l’idea in se, quanto per avere complicato sportivamente la gestione delle chicane di rallentamento già border line quando sono presenti fisicamente.
La news che andrà a proporre il Roma Capitale, con l’introduzione della “virtual chicane” sulla speciale di Alatri, posta ad un chilometro e settecento metri dal traguardo volante della speciale, solleva più di un dubbio non tanto per la novità sicuramente interessante, quanto per le complicazioni nelle quali si rischia di avvitarsi con le penalità. Il due lati principalmente positivi rispetto ad una chicane fisica sono il mancato sbilanciamento della vettura, ed un rallentamento uguale per tutti dove non ci sono sorprese di elementi spostati e non risistemati adeguatamente, velocizzando oppure rallentando il passaggio. In questi anni con le chicane artificiali siamo sempre stati assolutamente critici, a meno dei rari casi come Monza WRC dove si sono utilizzate delle barriere inamovibili, perché queste sono le uniche a garantire la giusta equità sportiva. A differenza delle rotoballe difficili da rimettere in posizione se spostate, oppure utilizzando barriere light troppo facili da spostare, che in alcuni casi non vengono risistemate alla perfezione. La complicazione quì nasce dalle penalizzazioni, nelle chicane non si applicano penalità anche quando si spostano le barriere in maniera evidente, in questo caso invece sono penalizzati gli eccessi a partire da 1 sino a 5 Kmh con 10”; da 6 a 10 Kmh con 20” e oltre 10 Kmh con una minutata bella tonda. Un controllo che non è sicuramente il massimo valutare con il GPS, questo nonostante il sistema di tracking utilizzato nell’ERC come quello del WRC sia estremamente preciso. Trattandosi di una gara ERC su argomenti sportivi dove si applicano delle penalità avere ogni organizzazione che va per conto suo, da essere o meno nel giusto non è sicuramente il massimo. A cominciare da certe differenze abissali tra una gara e un’altra, come allo Scandinavia dove non si sono utilizzati rallentamenti e in quattro speciali delle sedici speciali si è superata la media dei 130 orari, superando a Mölnbacka i 136 Kmh. Media che nel rapporto con le rally1 si potrebbe tradurre nei 144-145 orari. Mentre a Roma le chicane sono parecchie, ed anche se in Italia la concessione dei permessi incide sulla stesura del percorso, in molti casi sarebbe meglio cercare un pezzo di strada più tormentato, oppure cercare dei rallentamenti artificiali in grado di aggiungere qualcosa allo spettacolo.