Il 4 di Ottobre data nella quale si riunisce il consiglio mondiale della FIA dovrebbe concludersi la delicata questione dei calendari che quest’anno è stato un susseguirsi di colpi di scena con l’ingresso finale a gamba tesa di Jean Todt che si è messo in mezzo a Promoter e Organizzatori mettendo al centro di alcune trattative il peso politico delle ASN Nazionali.
Ad inizio di giugno le cose erano abbastanza chiare con due candidature (Safari e Japan) pronte all’ingresso nel calendario 2020, ed il cartellino rosso da dare a due gare da espellere dal circus iridato (Tour de Corse e Deutschland). In questi tre mesi però è successo di tutto, con il braccio di ferro tra chi doveva uscire che si è allargato a sorpresa per il sopraggiungere di problemi ai budget che sono andati a minare la solidità dei contratti di Turchia e Australia. Con il promoter in evidente difficoltà a raggiungere accordi a base triennale, disposto come nel caso del Germania a cedere sulla base di un accordo soggetto a rinnovo annuale. Oppure in quello dell’Australia a ricuperare in fretta e furia l’accantonata candidatura Neo Zelandese, perché dopo aver criticato Coffs Harbour località piccola e sperduta in Australia nessuna regione ha dimostrato la voglia di avanzare una candidatura, mentre a Coffs hanno ventilato la possibilità concreta di ridurre eventuali budget futuri. Ma i colpi di scena sono arrivati nella trattativa di Marmaris per tentare di recuperare la situazione Turca questa volta è intervenuto direttamente il presidente della FIA Jean Todt che è riuscito a dare una svolta positiva ad una questione principalmente economica che sembrava a senso unico. L’intervento del presidentissimo ha riportato all’interno delle trattative il peso specifico delle federazioni che sono alle spalle delle singole gare. Così il Germania è riuscito a spuntare il suo contratto annuale, in virtù della scelta di liberty che ha lasciato fuori dal calendario mondiale della formula 1 la Germania, l’ADAC ha fatto leva sui costruttori Tedeschi che all’unisono hanno esercitato forti pressioni trasformando il WRC in merce di scambio. Così a sorpresa si è ritrovata nell’occhio del ciclone la Spagna, una delle gare più belle e meglio organizzate del mondiale dal forte peso anche all’interno della Federazione. Il fatto che Todt abbia parlato con le ASN Francese e Spagnola promettendo un calendario con la rotazione a partire dal 2020 ha pesato non poco. Anche se deve avere inciso il passaggio da gara mista a solo asfalto richiesto per il 2020, un cambio che ha fatto storcere parecchio il naso ai Catalani e probabilmente con il nuovo disegno potrebbe vedere il rally abbandonare Terragona e Salou, una transizione che potrebbe non essere indolore e quindi la pausa potrebbe dare una mano agli Spagnoli, anche se per Barfull e compagni il boccone è decisamente indigesto.