Oramai il calendario 2020 sta entrando in zona cesarini dopo un lungo recupero nei tempi supplementari, ma dall’alto arriva solamente l’indicazione di un format pensato nel rispetto soprattutto del distanziamento sociale, che però non è regola ma semplice raccomandazione.
Le linee emerse nelle raccomandazioni partorite dalla mediazione tra le commissioni FIA per i rally e quella medica che da qualche mese si sta occupando a tempo pieno dell’emergenza sanitaria per identificare dei protocolli in grado di favorire il distanziamento sanitario. Sul format di gara si raccomandano speciali più brevi ripetute più sovente, questo per avere un tempo di assistenza più lungo al fine di favorire misure di distanza sociale nel parco dei servizi. Sono consigliate manifestazioni con un’unica base, una specifica superflua per i rally, dove al massimo in questi anni si sono identificate luoghi di partenza oppure arrivo differenti dal quartier generale della gara. Cercare di organizzare gli eventi in siti circoscritti o chiusi, autodromi, terreni privati o zone militari. Si raccomanda di concentrare ogni spazio di assistenza diretta o indiretta unicamente all’interno del service park evitando zone rifornimenti o per il cambio gomme. Dal punto di vista del funzionamento gara la tabella di marcia sarà elettronica, ed i navigatori potranno espletare procedure come il controllo orario, oppure il controllo stop, in maniera elettronica senza scendere dalla vettura, in maniera da limitare i contatti fisici con persone differenti. All’equipaggio non sarà più permesso al service, riordini, oppure parco chiuso di cedere il volante della propria vettura a meccanici oppure responsabili della squadra, ogni spostamento della vettura da gara dovrà essere fatto esclusivamente dall’equipaggio iscritto con quella vettura. La conferenza serale di fine tappa, come quelle di inizio e fine gara, oltre alla premiazione, seguiranno un nuovo protocollo che verrà messo a punto in questi giorni. Nelle squadre verranno creati anche dei sottogruppi di lavoro che comprenderanno un singolo equipaggio, i suoi meccanici e il personale indicato, che dovranno essere sottoposti al test epidemiologico prima e dopo l’evento in questione. Una sorta di protocollo mondiale generale, che però soprattutto in questa stagione cozza con l’architettura di gare già disegnate al 90%, per non parlare delle norme anti covid che possono cambiare a seconda della nazione ospitante.