Per il WRC 2023 si avvicina il consiglio mondiale di fine giugno che dovrebbe darci la prima bozza del nuovo calendario dove oramai viene dato per certo l’inserimento del 14° slot, con la pandemia alle spalle si andrà a rompere l’equilibrio di un calendario che in questi anni gioco forza è diventato eurocentrico come mai era stato.
La nuova geopolitica dei rally secondo quanto è stato fatto trapelare dovrebbe vedere scendere le prove Europee ad otto, e sei dovrebbero essere quelle extra continentali. Una visione decisamente ottimistica da parte del WRC Promoter, che però in questi anni ci ha abituati a vendere delle gare inesistenti, vuoi per creare fermento e scatenare i media, cercando di giocare al rialzo nelle sue richieste economiche con le new entry e quelle in rinnovo di contratto. Le tre extra continentali inserite nel calendario 2022, puntano dritte verso la riconferma; oltre a Safari, New Zeland e Japan dovrebbero aggiungersi Messico e Argentina. La gara di Cordoba potrebbe avere qualche problema budgettario ma politicamente in Parigi troverà sicuramente una valida sponda. A questo punto ne mancherebbe una, che se mai arriverà sarà una dead line d’autunno. Le voci diffuse dal promotore sugli USA, ed una candidatura in Tennessee, sono prive di fondamenta solide, in Australia nulla si sta realmente muovendo e l’unica strada con qualche chance è la pista medio orientale. Ma le probabilità che si fermino a cinque resta la più gettonata. In Europa tra i contratti in essere e le gare che sono andate a rinnovo triennale abbiamo: Sardegna, Montecarlo, Svezia, Finlandia, Grecia; abbastanza sicure della permanenza Spagna, Estonia e Portogallo che andrebbero ad occupare i teorici slot rimanenti. In trattative serie resta la Croazia, mentre continua a figurare nella lista del promotore l’Irlanda del Nord, ed il suo progetto che non avanza di un metro da quasi due anni, ed una Germania dove qualcuno continua a sgomitare, ma senza nulla di concreto alle spalle esattamente come oltre la manica.
