WRC CONTINUA LA LINEA BLINDATA

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Il terzo round del WRC è sul ponte di lancio sul lungomare di Alghero ma il regime di sicurezza anti-pandemia voluto dalla FIA continua a proporre una serie di regole assolutamente stringenti, che in molti aspetti continua a proporre soluzioni sproporzionate al confronto di altri sport, ma anche di altre discipline motoristiche.

Che la situazione sanitaria attuale richieda molta attenzione, è un dato di fatto, ma tutti i protocolli messi in piedi dalla FIA, in accordo con il Promotore del WRC, per la serie iridata sono risultati molto sbilanciati sul versante restrittivo. Norme che dopo la partenza avrebbero dovuto trovare un loro equilibrio, invece continuano con lo stesso grado di intolleranza, concedendo appena quel qualcosa in più alla produzione televisiva, con le loro troup che in Estonia a fine speciale per tutta la prima tappa non si è capito neppure se potessero o meno raccogliere le impressioni dei piloti. Se la zona media solleva più di una perplessità, perché sono presenti solamente i piloti (esentati i navigatori) e più che il distanziamento sociale sembra valere il distanziamento carcerario. Avere ridotto il parco ad una landa deserta, con gli accessi distribuiti con gli stessi principi di una base militare lascia senza parole. Il pubblico che già prima era tenuto a distanza adesso è definitivamente scomparso dai radar, ma anche il gruppo degli addetti ai lavori, che non appartenga al personale delle squadre è stato espulso come tra questi potessero nascondersi dei potenziali untori, confinando ugni figura nel proprio cantuccio. Che si applicassero restrizioni è cosa sacrosanta, ma un esempio su tutti quello dei fotografi ridotti a due figure una legata al promotore ed un altro all’organizzazione, da l’idea di quanto si sia andati oltre. Le agenzie mondiali che seguono il mondiale con tanto di pass permanente presenti a tutte le gare sono una decina o poco più, limitando la loro presenza ad una sola persona si avrebbero 10/15 persone che potrebbero essere ulteriormente filtrate dalle squadre, per non avere più di 3 o 4 presenze. Un discorso che abbiamo portato ad esempio, ma questo vale per le varie tipologie di addetti ai lavori, questo chiudersi a riccio onestamente ci sembra vada oltre le esigenze di attenzione che si devono tenere, non è un mistero che per qualcuno tra FIA, promotore, squadre e piloti qualcuno lo abbia accolto di buon grado. Ma se non si troverà un equilibrio prima che tutto finisca, nella migliore delle ipotesi a metà della prossima stagione, i danni provocati dal covid potrebbero moltiplicarsi esponenzialmente. A cominciare dal pubblico sempre più emarginato dal cuore della gara.

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