WRC DALLA CINA CON FURORE

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Nel 2019 si parlava sfacciatamente dei costruttori che sarebbero arrivati con l’ibrido, ma con l’arrivo della pandemia le due timide candidature che potevano essere sul tavolo si sono dissolte, ed oggi la FIA ha rilanciato ipotizzando un improbabile costruttore dalla Cina, lontana speranza con un retrogusto di bluff.

Di qualsiasi cosa si parli in ottica futura per qualcuno l’ibrido è l’unica speranza, per altri è la fonte di tutti i mali, di sicuro da una parte c’è la FIA, ed in particolare la commissione rally che sta tremando di fronte al futuro e dall’altra tre costruttori ognuno con una visione di parte, con qualcuno che sperava nella morte altrui. Di sicuro l’ipotesi di un costruttore cinese alla porta, sussurrata da Matton è molto forzata, gli unici due costruttori locali impegnati nei rally di casa, ma con scarsi risultati sono: BAIC (Beijing Automotive Industry Holding Co., Ltd) e la JAC. Ed in particolare il gruppo BAIC con la Senova D50 TCR aveva fatto intravedere interessi internazionali che però non sono mai decollati.  Molto probabilmente la ventilata ipotesi getta le sue basi proprio nel WTCR, sull’onda dei successi del 2020 della Cyan Racing che ha fatto saltare il banco con del WTCR con la Lynk & Co 03 TCR. Un uno due impressionante, ottenuto ad un solo anno dal debutto avvenuto nel 2019, con il giovane francese Yann Ehrlacher seguito dal compagno di squadra Yvan Muller. In realtà di casa costruttrice c’è pochino visto che la Cyan Racing è una struttura svedese, che ha capitalizzato la sua esperienza nelle corse in circuito a ruote coperte. Dopo avere fatto correre per anni le vetture del marchio Volvo, nel 2018 hanno iniziato a lavorare sulla Lynk & Co 03 vettura per metà cinese e metà Svedese. E’ quindi evidente la commistione tra la Cina e la tradizione sportiva del marchio Svedese, che ha voluto investire in una serie mondiale dai costi decisamente contenuti, dove la gestione di squadre e vetture viene fatta da team privati. Per cui se queste sono le basi di partenza, è davvero difficile immaginare un impegno su budget importanti come quelli del WRC. Più che un’indiscrezione l’impressione è quello di un bluff che nessuno è in grado di andare a verificare.

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