WRC E IL CALENDARIO 2021

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Per il momento il WRC è inchiodato ai blocchi di partenza con un calendario che non riesce a prendere forma, con le gare extra UE virtualmente cancellate, ancora prima di vedere risolti i suoi dilemmi vede cadere la prima tegola sui calendari 2021 con la richiesta di alcuni team di ridurre il numero delle gare a calendario.   

Mentre sul fronte promoter si continua a fare pressioni per condensare i chilometri ed il format di gara, questo per riuscire a incollare i cocci di un 2020 per cercare di andare a dare una sforbiciata ai budget. Peccato che il problema odierno non sta nei costi gara, ma nella difficoltà nel riuscire a mettere assieme quattro gare per avere almeno sette risultati utili, visto che tra Finlandia, Turchia, Sardegna, Germania e Galles il rischio di vederne saltare un paio non è così remoto. Ma mentre la trama di commissione e promoter continua a lavorare sul 2020 c’è chi ha già messo le mani avanti sul 2021. Stiamo parlando dei costruttori che hanno già avanzato la richiesta di andare ad alleggerire il calendario 2021, un calendario con tredici o quattordici eventi diventerebbe insostenibile a fronte di tagli di budget, sicuri, quanto oggi difficili da quantificare. Così il ritorno ad un calendario con quattordici eventi, caldeggiato dalle pressanti richieste del promotore, dopo essersi infranto con il ritiro del Cile già a dicembre, oggi con la crisi sanitaria e domani con i pesanti postumi finanziari destinati a piegare l’economia mondiale rischia di essere rimandato a data da destinarsi. Il rischio di vedere ridotte le trasferte continentali a due forse tre è quasi una certezza. Esigenze di budget, ma anche la possibilità di vedere alcune organizzazioni gettare la spugna in attesa di tempi migliori. Ed in Europa tirare via sette otto gare come quest’anno potrebbe non essere così facile, tra le nazioni rimaste al palo quest’anno c’è solamente la Spagna che sembra decisa a rientrare, mentre dalla Francia non arriva nessun’segno di vita, come sul fronte orientale dove il folto numero dei pretendenti è destinato a schiantarsi davanti a budget prevalentemente statali. Senza contare che gli strascichi sanitari del covid-19, qualche problema potrebbero ancora crearlo soprattutto nei primi mesi dell’anno. Montecarlo va dritto verso l’edizione dei cento anni dell’ACM, ma con un 2020 senza i proventi del GP, non è così sicuro siano disposti a rischiare nel caso le restrizioni presentino un conto troppo alto. Poi c’è la traballante Svezia, messa sotto scacco da Todt dopo i disastri di quest’anno. Oggi ha continuato a cercare una sponda nel promotore, ed al contratto stipulato, ma l’unica chance di portare via un’altra edizione tra Karlstad e Torsby è quella che nell’elezione FIA del 2021 Todt abbia bisogno di voti per un suo eventuale delfino. Ed ultimo abbiamo lasciato il Portogallo, che potrebbe passare la mano ancora di un anno, la maniera in cui si è defilato quest’anno la dice lunga su quale siano le previsioni economiche in terra Lusitana. 

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