Il consiglio mondiale FIA sta passando al vaglio le candidature per il WRC 2022 in questo momento l’ipotesi è per un ritorno a 13 appuntamenti, mentre le candidature presentate sarebbero 17, ma il nodo resta la fattibilità delle extraeuropee.
Il disegno della stagione che verrà alla fine non sembra cambiare molto rispetto alla stagione che sta andando in scena in questo 2021. Perni inamovibili o quasi sono: Montecarlo, Svezia, Croazia, Portogallo, Sardegna, Estonia, Kenya, Finlandia, Spagna, in attesa della prima ma con ottime possibilità di riconferma l’Acropoli, mentre in molti danno per scarse le possibilità di vedere confermata Ypres. Una considerazione che però fa a pugni con la realtà, una volta entrato nel circo mondiale il Belgio farà il diavolo a quattro per restarci, ed il fatto di avere organizzato quest’anno lo faranno sicuramente pesare più di quanto si possa credere. Inoltre, con Penasse che andrà a svestire la sua livrea Hyundai, per passare a rappresentare full time l’organizzazione di Ypres i contatti con il WRC Promoter e la FIA potrebbero diventare molto più stretti. Per questioni di rispetto politico istituzionale sono ben quotate anche Irlanda del Nord (rally GB) e Giappone, ma della prima non si è fatto nulla quest’anno e della seconda è sempre più alto il rischio di vederla cancellare per il secondo anno consecutivo. Per cui non è così automatico il rientro del Regno Unito, soprattutto se in Europa tutti confermeranno la loro presenza e lo scontro dovesse diventare un faccia a faccia a muso duro; a quel punto serviranno delle garanzie solide che per il momento non ci sono. Il Giappone invece in caso di cancellazione dell’edizione 2021, essendo fuori Europa può ritentare la sorte, ma in realtà l’evolversi di molte cose è strettamente legato alle olimpiadi, mentre nell’emisfero sud abbiamo Nuova Zelanda e Australia che scalpitano, un derby dal quale sicuramente uscirà il nome di una gara del WRC 2022, ma nel caso il Giappone traballasse le porte potrebbero aprirsi per entrambe. La nota dolente arriva dal continente americano, lasciando da parte le suggestioni made in USA che per il momento non hanno alcun fondamento; in ballo abbiamo Mexico e Argentina, mentre il Cile ad oggi sembra avere rinunciato a fare i soliti rilanci a vuoto. La pandemia però si sta accanebdo particolarmente nell’emisfero sud del continente americano. Ovviamente il 2022 è lontano ma questa volta il calendario non potrà certamente essere fatto e disfatto con la facilità del 2020 e 2021 e dicembre (il mese dell’ultima parola) è più vicino di quanto possa sembrare.