Il WRC a poche settimane dalla ripartenza in terra di Estonia ha già visto le prime bombe deflagrare, con Makinen che sta cercando di cambiare la strategia, fiutando un WRC che con delle gare più corte potrebbe proporre tante scontri di guerra lampo, dove vince chi riesce ad affondare i primi colpi.
Un paio di settimane addietro Tommi ha cominciato a fare la voce grossa quando si è capito che la Turchia avrebbe cambiato data aprendo la porta ad Ypres, una gara dove i suoi piloti pagano pegno agli avversari targati Hyundai che in molti casi hanno già corso sia in Belgio che in Estonia. Ora però si è deciso a sferrare un attacco diretto all’ordine di partenza, proponendo la qualifying stage, criticando apertamente un sistema di partenza che anche se rivisto, introducendo la partenza in ordine di classifica a metà della prima frazione. Un disperato tentativo di FIA e Promotore di andare a riequilibrare una situazione già abbastanza sbilanciata, ma se si analizza più attentamente la tabella tempi e distanze del Estonia ci si rende conto che non cambia molto, anzi considerato che si andrà verso a delle gare sprint il tempo perso nei primi chilometri peserà ancora di più. Ed è evidente che in questo momento la Toyota è la squadra che ha più da perdere da questa regola, perché se da un lato vede il vantaggio tecnico palesato nelle prime gare che rischia di essere azzerato a tavolino. Ed in oltre oggi i due top rischiano di vedere dilapidato il loro gruzzolo di punti da una posizione di partenza che li penalizzerebbe pesantemente in Estonia e Turchia e nel caso si ritrovassero a Ypres e in Germania a partire dietro alle Hyundai c’è da scommettere che in due gare su asfalto con una forte tendenza a sporcarsi ed infangarsi (vista la stagione), i primi sulla strada taglierebbero l’impossibile pur di sporcare la strada e rallentare gli avversari. Questa volta Makinen però si è mosso in forte ritardo, in passato per questioni di alleanze non si è mai mosso contro il Promotore, ma sperare di ottenere qualcosa in zona cesarini ci sembra realmente difficile. Sopratutto visto che dall’altra parte c’è chi come Hyundai per opportunità tace e chi si dichiara a favore come Ford. Tutto nel nome di un equilibrio che però di sportivo non ha nulla, anzi a livello tecnico può azzerare qualsiasi vantaggio.