WRC+ INIZIANO LE CONSULTAZIONI

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Il primo giro di consultazioni per delineare il futuro tecnico delle WRC+ tra i rappresentanti di team e Federazione si conclude con poche idee ma ben confuse, un teatrino all’Italiana dove non emergono proposte se non quella di riavviare il mercato dell’usato.

La prima tornata di confronto tra la FIA ed i rappresentanti delle case attualmente impegnati nel mondiale, per delineare le linee tecniche guida per un altro quadriennio, una patata veramente bollente perché si tratta di andare a toccare un regolamento vincente sotto il profilo spettacolare e prestazionale, che piace a pubblico e piloti, ma che ha praticamente fatto sparire la possibilità di vendere l’usato azzerando anche i noleggi, per i costi stellari che propongono le WRC+. Nella prima tornata attendersi qualche proposta concreta era improbabile, ma le poche indicazioni emerse sono al limite del preoccupante, perché è emersa solamente una volontà di trovare qualche paliativo per aprire un mercato per le vecchie plus, ma nulla di più lungimirante del business a stretto giro di posta. Da una parte c’è chi pensa di risolvere il problema privati con un paio di millimetri in meno sulla flangia riportandola a 34 mm, come se il problema fosse la sicurezza, una cecità assoluta visto che non è certo la sicurezza ad avere azzerato il mercato ma i costi che non si abbasserebbero di certo con qualche cavallo in meno sotto il cofano. Qualcuno invece ha spinto per andare ad aprire i campionati nazionali e continentali alle WRC+, nella speranza di riaprire un mercato che oggi ha trovato un suo equilibrio, e sopratutto ossigeno con le R5. Una proposta pericolosa perché difficilmente sarebbe accolta da queste serie, ed eventuali pressioni dall’alto in questo senso rischierebbero di cancellare quanto di buono è stato fatto sino ad oggi. Il dito nella piaga per ora non è stato messo da nessuno, perché la filosofia sembra rimanere ferma sulle posizioni che hanno portato alla deriva WRC+, ovvero un regolamento tecnico che tenga molto alta la barra dei costi di fabbricazione. Obbiettivo limitare l’ingresso solo a chi ha budget importanti come case o factory ad alta tecnologia. Una deriva sulla falsariga della F1, ma le monoposto regine del motorsport non hanno mai avuto un mercato (se non da collezione) alle loro spalle. Nei rally invece in questi ultimi anni gli impegni delle case sono sempre più rarefatti, e l’usato è diventato un business per case e strutture satellite, ed oggi sembra che nessuno voglia rinunciare ad avere botte piena e moglie ubriaca.  

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