WRC VERSO UN ULTERIORE STRETTA

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Dopo i primi due service park del WRC se vogliamo isolati dal mondo, quello di Alghero lasciava abbastanza sgomenti perché è riuscito a desertificare la passeggiata che si affaccia sul porto, off-limits per tutti con meccanici, ed i pochi ammessi, confinati nei loro sotto recinti. Eppure in FIA c’è chi sta pensando ad un ulteriore stretta, creare una bolla come nell’NBA.

La lotta contro il coronavirus ha portato ad inevitabili strette che hanno obbligato i service park a chiude le loro porte al pubblico, ed ovviamente limitarne l’accesso a personale strettamente autorizzato. Ma che il tutto possa essere effettuato con protocolli ristrettivi e precisi non vieta di lasciare a casa il buon senso, ed un esempio di questo equilibrio arriva dall’ERC. L’isolamento che la carovana del WRC ha creato per il suo paddock a colpo d’occhio risulta ancora più restrittivo della formula 1. Ma nonostante a qualcuno sia evidente il paradosso generato, a quanto pare l’imput dall’alto è per andare a creare una vera e propria bolla, che vada oltre al service ma vada a blindare le squadre in poche strutture controllate. E’ abbastanza chiaro che a qualcuno piaccia l’idea di ergersi ad esempio assoluto di rettitudine, ma seguire l’esempio NBA è una cosa fuori dal mondo perché si tratta di realtà completamente differenti. Il sistema bolla fatica a funzionare nel ciclismo dei grandi giri dove i concorrenti sono comunque concentrati per una ventina di giorni negli stessi luoghi, nel calcio una realtà logisticamente abbastanza vicina a quella dei rally, nel caso del WRC equipaggi e meccanici restano sul luogo della gara per meno di una settimana e poi per dieci venti giorni ritornano tutti alle rispettive abitazioni. Una realtà dove la bolla che vorrebbe la FIA servirebbe solamente per dare una facciata, ma concretamente l’effetto bolla in un arco di tempo così corto non avrebbe nemmeno il tempo di stabilizzarsi. Oltretutto tutte queste restrizioni e la loro applicazione rappresentano un costo non indifferente per gli organizzatori, e comunque per le squadre non ufficiali si è al limite dell’inapplicabile, perché entrare in una sorta di lunga quarantena per meccanici ed altre figure ha dei costi che graverebbero ulteriormente sui budget.  

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